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Immagine del redattoreAlice Xotta

“SONO FATTO COSÌ!” La possibilità di cambiare per non tradire sé stessi / 3

Terzo ed ultimo momento dedicati alla “possibilità di cambiare per non tradire se stessi”. Lo psicoterapeuta è la nuova guida che, riprendendo il ruolo genitoriale, riabilita per rivivere e riconsolidare parte di noi.

Nel terzo ed ultimo dei nostri momenti dedicati a quella che ho definito “La possibilità di cambiare per non tradire se stessi”, parlo dello psicoterapeuta, una nuova guida alpina che, riprendendo il ruolo genitoriale, riabilita in tratti già percorsi, per rivivere e riconsolidare alcune parte di noi che prima avevano lasciato troppe buche o frane pericolose. Lo si fa in modo sicuro e seguendo il passo della persona, certi di non spingersi dove essa non voglia/possa andare.


Fondamentalmente il cambiamento implica un imparare a “governare” noi stessi, sapendo quando lasciare la sicura e quando riattivarla in un passaggio particolarmente ostico. Bisogna imparare ad individuare i nostri diversi aspetti ed istanze, ascoltarli senza giudizi e pregiudizi per poi riuscire a prendere decisioni che rispettino e sostengano entrambe le parti del conflitto. Un conflitto tra ciò che eravamo o pensavamo d’essere e ciò che possiamo diventare. Semplificando in modo importante il concetto psicodinamico di “conflitto interno” possiamo dire che abbiamo pensieri ed emozioni “storici” (credenze maturate nell’infanzia e relative emozioni) e pensieri ed emozioni attuali (pensati e sentite consapevolmente e “oggettivamente”).


Questi diversi punti di vista vanno in conflitto. Il risultato sono comportamenti confusi, insoddisfacenti, ambivalenti. Un esempio pratico: se da bambino mi hanno convinto che la mia opinione non conta, perché gli adulti sanno quello che è giusto, crescerò convinto che “dire la mia” sia pericoloso. Se libero le mie risorse espressive in modo istintivo rischio però di esprimermi in modo impulsivo, infantile, per poi sentirmi fuori luogo e fare retromarcia. Prima di tutto dovrò quindi legittimare quel bisogno bambino e imparare ad esprimere la mia opinione considerando allo stesso tempo la situazione attuale.


Il conflitto nasce proprio nel momento in cui quando sento di non essere d’accordo, un bisogno naturale e sano vuole esprimere la propria contrarietà, ma vecchie convinzioni bloccano il tutto riecheggiando in sensi di colpa e paure quali: “non ti vorranno più bene”, “ferirai l’altro dicendo questo” “da solo non sei capace”.


Sentiamo di voler affrontare diversamente la situazione, ma all’idea di cambiare ci sentiamo sbagliati. In molti rimangono infatti convinti che cambiare racchiuda implicitamente l’idea che così come siamo ora non vada bene, invece cambiare significa in primis non tradire sé stessi diventando i propri primi alleati. Si impara a porsi rispetto a sé come un genitore adottivo che deve iniziare da capo a conoscere e farsi conoscere, attraverso delle esperienze graduali di “liberazione” da vecchi impedimenti, che come macigni impediscono il raggiungimento della propria meta. La vetta più alta che meritiamo.


Se libero le mie risorse in modo istintivo rischio di esprimermi in modo impulsivo, infantile. Prima di tutto dovrò legittimare quel bisogno bambino e imparare ad esprimere la mia opinione considerando la situazione attuale”
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