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Immagine del redattoreEster Guidobaldi

L'Onda di Dennis Gansel mostra il confine labile tra ideologia e fanatismo

Un film che racconta con coraggio e provocazione tematiche reali. E’ stato girato 16 anni fa e narra di un. Esperimento del 1967. Come nasce un sistema totalitario e come si rafforza attraverso labili individui
Onda di Dennis Gansel

Il regista tedesco Dennis Gansel gira nel 2008 “L’onda”, un film che trae ispirazione dal romanzo di Todd Stasser, e che a sua volta narra dell’esperimento attuato nel 1967, in California, dal professore di storia Ron Jones. Per spiegare ai suoi alunni che cosa sia una dittatura, il docente mette in atto delle manovre per spingerli a partecipare al movimento da lui guidato, denominato, appunto, ‘L’Onda”’. Nella pellicola l’insegnante Rainer Wegner, interpretato da Jürgen Vogel, vuole dimostrare alla classe che anche in tempi più moderni è ancora possibile assistere alla nascita di un sistema totalitario, rafforzato da individui facilmente manipolabili.


L’esperimento porta ad alcuni benefici come la coesione di gruppo, il raggiungimento di obiettivi e la continua stimolazione. Ma la marcia iniziata per scherzo, la camicia bianca come segno di riconoscimento del gruppo e il saluto a onda lasciano ben presto spazio anche alla creazione di un logo, di un sito online e di una vera e propria vendita di merch. Gli studenti, visibilmente coinvolti, cominciano a imbrattare i muri e attaccare adesivi del movimento in giro per la città e discriminano i ragazzi che si oppongono alle loro idee, escludendoli alle feste e vietando loro di accedere a luoghi di demanio pubblico. Così il detto “disciplina è potere” non fa altro che avvicinare l’istante in cui la bomba scoppierà, portando a un tragico evento. La storia, infatti, si conclude con una riunione del gruppo dove il professore con un discorso imponente e autoritario fa capire ai ragazzi che la scuola è nuovamente ricaduta su un sistema di tipo dittatoriale. Uno studente, incapace di accettare che tutto quello che avevano creato in una settimana sia svanito, decide di uccidersi. Il professore si rende conto di aver preso sottogamba dei comportamenti allarmanti del ragazzo, come il fatto che desiderasse proteggerlo dai nemici, anche a costo di seguirlo fino a casa. E in tutto ciò, che fanno i genitori degli studenti? 


Vengono presentati al pubblico come adulti incapaci di empatizzare e di esser poco presenti per i figli, portando alcuni di loro a cercare inevitabilmente un gruppo in un altro contesto, in questo caso la scuola. Perché tutto ciò di cui hanno bisogno in quel momento è uguaglianza e sentirsi parte di un qualcosa. Ma anche una smaniosa ricerca di affermazioni, come il professore: un uomo volenteroso ma che si sente inferiore rispetto agli altri insegnanti, bisognoso perciò di potere e succube del suo stesso esperimento. Il film mostra come il confine tra ideologia e fanatismo sia molto labile, raccontando con coraggio e provocazione tematiche reali ancora ad oggi


Il must che disciplina è potere, avvicinare nel film l’istante in cui la bomba scoppierà, portando a un tragico evento. La storia si conclude con una riunione del gruppo dove il professore fa capire ai ragazzi che la scuola è ricaduta su un sistema di tipo dittatoriale. Uno studente, incapace di accettarlo che quanto fatto in una settimana sia svanito, decide di uccidersi

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