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Immagine del redattoreAlberto Piccioni

La religione? Un sistema simbolico in continua evoluzione. Parola di Daria Pezzoli-Olgiati

Una chiacchierata con la nota storica delle religioni, docente di Scienze e storia delle religioni alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera. Invita a guardare oltre il calo di influenza delle istituzioni religiose tradizionali per scoprire un panorama ricco di nuove forme di spiritualità e di ricerca di senso
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La religione non è in declino, si sta trasformando. Daria Pezzoli Olgiati, storica delle religioni, ci invita a guardare oltre il calo di influenza delle istituzioni religiose tradizionali per scoprire un panorama inaspettato, ricco di nuove forme di spiritualità e di ricerca di senso. E’ docente di Scienze e storia delle religioni alla Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera; esperta di comunicazione visiva e audiovisiva, Daria Pezzoli Olgiati indaga il ruolo della religione nella società odierna, con particolare attenzione ai temi di genere e alle dinamiche interculturali. Tra i suoi ambiti di ricerca, spicca lo studio della religiosità nelle Alpi, approfondito nel suo ultimo libro ‘Grenzgänge. Religion und die Alpen’ (2024), dove analizza le forme specifiche che la fede assume in questo contesto geografico e culturale.


Come definirebbe la religione, nel contesto di una società sempre più secolarizzata? 

"C'è un equivoco di fondo quando si parla di religione in una società secolarizzata. Spesso si confonde la secolarizzazione con la perdita di influenza delle istituzioni religiose, come la Chiesa cattolica o altre comunità organizzate. La secolarizzazione riguarda il ruolo di queste istituzioni all'interno dello Stato democratico, non la religiosità delle persone. Infatti, se da un lato le grandi istituzioni religiose vedono diminuire il numero dei loro membri, dall'altro lato il panorama religioso contemporaneo è ricco di nuovi gruppi, movimenti e forme di espressione individuale della fede. Quindi, non parlerei di una diminuzione della religiosità, ma di una sua trasformazione. Per me la religione è un sistema simbolico che aiuta l'uomo a orientarsi nel mondo, a dare un senso alla propria esistenza, a rispondere alle grandi domande sul mistero della vita e della morte. E lo fa coinvolgendo l'essere umano nella sua totalità, attraverso pratiche, rituali, comportamenti"


La religione, si sa, è spesso al centro di dibattiti anche molto accesi. Come spiega questa sua ambivalenza, il fatto che possa essere fonte sia di coesione sociale che di conflitti?

"La religione non è un fenomeno isolato, ma interagisce con la società, la politica, la cultura. E come tale, può essere usata sia per costruire che per distruggere. Se una religione si allea con un potere politico autoritario, può diventare strumento di oppressione. Ma se si coniuga con i valori democratici, può promuovere la pace, la giustizia e la solidarietà. Il problema è che spesso si tende a generalizzare, a parlare di ‘religione’ in astratto, senza considerare il contesto in cui si manifesta. Non è la stessa cosa professare una fede in uno Stato democratico che garantisce la libertà religiosa o in uno Stato teocratico che impone una religione di Stato. Per questo è fondamentale studiare i fenomeni religiosi nel loro contesto storico e sociale, evitando semplificazioni che possono alimentare pregiudizi e discriminazioni"


In un contesto come quello attuale, sempre più multiculturale e multireligioso, è possibile pensare alla religione come strumento di dialogo e di convivenza pacifica tra le persone?

"Non solo è possibile, ma è auspicabile. La diversità religiosa è una ricchezza per la democrazia, perché favorisce il confronto e lo scambio tra culture diverse. Il dialogo interreligioso è fondamentale per costruire una società più giusta e inclusiva, in cui le persone possano vivere insieme nel rispetto reciproco, al di là delle loro differenze di fede. Certo, ci sono degli ostacoli. A volte le religioni tendono a chiudersi in se stesse, a difendere la propria identità. Ma ci sono anche tanti esempi positivi di collaborazione e di dialogo tra le fedi. Penso ad esempio al ruolo delle comunità religiose nell'accoglienza dei migranti, o alle iniziative di dialogo interreligioso promosse da diverse associazioni. È importante creare spazi di incontro e di confronto, dove le persone possano conoscersi e superare le proprie paure e i propri pregiudizi


La religione non è un fenomeno isolato ma interagisce con la società, la politica, la cultura. Può essere usata per costruire O per distruggere. Se si allea con un potere politico autoritario, può diventare strumento di grave e pesante oppressione

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