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La mia esperienza concorsuale: riflessioni e ringraziamenti

Immagine del redattore: Matteo OraziniMatteo Orazini
esperienza concorsuale

Carissimi, 

innanzitutto, mi presento: sono Matteo Orazini, docente IRC dell’Arcidiocesi di Pisa, in Toscana. Ho avuto accesso alla procedura straordinaria per la secondaria di primo e secondo grado e ho sostenuto la prova il primo giorno, assieme ad altri 9 colleghi che come me hanno aperto la pista in Toscana. Vi racconto la mia esperienza concorsuale.


Come iscritto SNADIR ho frequentato i corsi di preparazione proposti dalla nostra regione e, come ho detto a tanti colleghi che possono confermarlo, ho sentito il nostro sindacato sempre accanto, soprattutto, permettetemi di dirlo, nella persona di Sandra Fornai, nostro coordinatore regionale. 


Per gli iscritti è stato preparato anche un gruppo WhatsApp nel quale poter fare domande sul concorso che possano essere utili a tutti e condividere informazioni ed esperienze. 

Sono stato convocato ad Arezzo lunedì 20 gennaio per l’estrazione della traccia e martedì 21 ho sostenuto la prova. Fortunatamente ho avuto la possibilità di andare ad Arezzo già dalla domenica pomeriggio, per sistemarmi con molta calma e prendere le misure con l’ambiente. 


Quando alle 14.00 del lunedì sono arrivato al liceo Redi per l’estrazione, ho conosciuto alcuni dei colleghi con cui avrei condiviso questo primo giorno, una varietà di esponenti delle tante diocesi toscane. La dirigente, nostra presidente di commissione, ci ha chiamati in segreteria per l’estrazione e abbiamo incontrato uno dei due commissari, quello per la secondaria di secondo grado, la docente di lingua inglese e il segretario. Il clima, oltre alla comprensibile tensione in noi partecipanti, era davvero sereno e cordiale: la dirigente ha detto fin dall’inizio che la loro intenzione era metterci a nostro agio perché potessimo dare il meglio in serenità. 


Fatta l’estrazione alle 14.30, rientro in albergo per la preparazione della presentazione e qui ho vissuto un’esperienza davvero particolare: dovevo studiare e prepararmi, ma nel gruppo whatsapp di cui vi ho accennato gli animi si stavano agitando per queste prime tracce estratte, ho messo da parte i libri e ho iniziato a rispondere alle varie domande dei colleghi nel tentativo di tranquillizzare e la cosa è andata così avanti che alle 17.00 ricordo di aver scritto: “Ora stacco il cell e vado a finire il PowerPoint. Riapro le comunicazioni domani sera...ma state tranquilli, il clima è molto sereno, abbiate fiducia”, cosa strana da dire visto che non avevo ancora fatto la prova. 


Il giorno dopo, ero l’ottavo su 10 concorrenti, non ho assistito a nessuno dei colloqui per non mettermi troppa pressione ma ascoltavo i commenti a caldo una volta usciti: “Domande inerenti alla nostra presentazione”, veniva detto spesso e ancora “Cercano davvero di metterti a tuo agio”. 


Alle 18.30 entro ed è stata, tutto sommato, un’esperienza intensa: 15 minuti per illustrare come avrei organizzato la mia traccia, mettendo in gioco davvero tutto quello che ho vissuto in questi 11 anni di lavoro: un lavoro sulle icone ortodosse in una scuola secondaria di primo grado che ho immaginato essere impostata secondo la modalità SenzaZaino. 


Ammetto che aver usato due argomenti così particolari ha suscitato curiosità, tanto che al termine, nel secondo quarto d’ora, ho provato a rispondere alle varie domande che mi sono state poste e ho terminato con la docente di lingua che mi ha chiesto di parlarle del SenzaZaino in inglese, una cosa che nel bene e nel male non scorderò mai. 


Fatto sta che sono uscito e avevo un peso in meno sulle spalle ma una grande soddisfazione nel cuore: avevo condiviso con la commissione niente di più e niente di meno di quello che sono e che vivo quotidianamente coi ragazzi che anno dopo anno accompagniamo in un tratto di strada della loro crescita. 


Nei giorni successivi, non posso negarlo, il relax ha regnato sovrano! Ma a questo si è aggiunta un’altra cosa: moltissimi colleghi mi hanno cercato perché condividessi con loro qualche impressione e perché potessero condividere con me qualche dubbio: ne sono stato ben contento e credo che tra noi docenti in generale e soprattutto tra docenti IRC questo sostegno e questa collaborazione dovrebbero regnare sovrani sempre. 


Termino con un pensiero che ci è stato regalato dallo SNADIR della nostra regione pochi giorni prima delle prove: in questo concorso viene valutata una prova, non una persona, a tutti coloro che l’hanno fatto e a quelli che lo affronteranno, vorrei ricordare che il nostro valore di docenti IRC e di professionisti della scuola non potrà mai essere oscurato da una singola mezz’ora della nostra vita nella quale magari per stanchezza, o per un attimo di confusione, non abbiamo brillato. 


Affrontiamo con la maggior serenità possibile il concorso e il risultato importante non sarà il voto di una prova ma il riconoscimento, dopo tanti anni, del nostro impegno nella scuola di ogni ordine e grado per la crescita integrale dei bambini e dei ragazzi che, lo so per certo, ognuno di noi ama. 


Termino ringraziando Orazio Ruscica e attraverso lui tutto lo SNADIR per la forza che avete dimostrato in questi mesi e un ringraziamento al coordinamento della Toscana, perché durante molte prove c’è sempre stato almeno un rappresentante del sindacato in presenza con i docenti a concorso: forse non tutti i sindacati avrebbero avuto questa premura e va riconosciuto il merito a chi si spende per noi. 

Vi saluti tutti con tanto affetto, invito chi ha affrontato il concorso a rilassarsi e auguro ai colleghi prossimi alla prova di trovare quella serenità che vi permetterà di dare il meglio di voi stessi. 


Grazie della vostra attenzione, grazie a Orazio e allo Snadir e buon lavoro a tutti. Matteo ORAZINI 

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