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Immagine del redattoreAlice Xotta

ESSERE AUTONOMI E SICURI DI SÉ. Il ruolo della famiglia nella crescita di adulti positivi - Parte IV

famiglia

Ognuno ha bisogno del suo giardino segreto e dire tutto ad un altro è disumanizzante. Il genitore Pigmalione, involontariamente, apre spesso a situazioni di dipendenza affettiva con un futuro partner in quanto, se non sono stato aiutato a rendermi sicuro e autonomo all’interno della famiglia, farò fatica in futuro a sentirmi tale anche con un partner impedendo l’autonomia all’interno della coppia. 


Contrastare chi ha precedentemente deciso per noi è un passaggio chiave dell’adolescenza: la capacità dei giovani di creare una propria identità in opposizione a quella dei genitori e la necessità di trovare uno slancio verso l’esterno, sono sempre stati i passaggi fondamentali per diventare adulti responsabili e consapevoli. 


Per ognuno di noi è fondamentale, individuarci, ovvero realizzare definitivamente chi siamo, cosa vogliamo e come possiamo raggiungere i nostri obiettivi in maniera indipendente e sicura, sapendo affrontare gli ostacoli o gli imprevisti senza farci sopraffare da preoccupazioni di non riuscita. Questo è necessariamente un processo che dovrebbe iniziare sin dalle prime fasi di vita del bambino, per poi culminare intorno all’età della giovinezza (25-30 anni circa). Nonostante in alcune situazioni una parziale dipendenza dai genitori possa essere funzionale per affrontare gli ostacoli di vita, come nel caso di giovani adulti universitari, questa non dovrebbe essere perpetrata o mantenuta rigidamente in età adulta, quando il giovane può da sé iniziare ad intraprendere un proprio percorso di vita separato da quello dei genitori senza più bisogno della loro protezione. 


Quand’è che si può quindi smettere di proteggere un figlio senza percepire che lo si sta abbandonano? 


Nei prossimi momenti di questa inchiesta, vedremo la risposta a questa domanda, scoprendo cosa induce i genitori a curare così tanto i figli e come allo stesso tempo i figli in questo modo si prendono, inconsapevolmente, cura dei bisogni dei propri genitori, soddisfacendo più i bisogni parentali di riconoscimento, piuttosto che la realizzazione della propria giovane vita.

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