Il nostro Paese avverte una grave emergenza educativa non solo nella scuola ma anche nelle famiglie, che sono in crisi e che spesso delegano ai docenti l’educazione e formazione dei figli. Non è raro leggere di genitori che si lamentano dei professori fino al punto di arrivare ad aggredirli o che difendono i figli anche quando commettono errori. Su questo tema è intervenuto anche Papa Francesco durante un’udienza con la Casa Editrice ‘La Scuola’, affermando che “oggi sono i genitori che vanno a lamentarsi con gli insegnanti: è terribile!”. Il Papa parlando in termini esperienziali, ha raccontato anche un aneddoto sulla sua infanzia: “Ricordo che al nostro tempo c’era una grande unità e anche collaborazione. Una volta, a 9 anni, ho detto una parolaccia alla maestra che chiamò mamma: mi chiamarono dopo avere parlato e la mamma mi disse: ‘Chiedi scusa alla maestra’. Io me ne andai felice perché pensai che era stato facile. Ma non era vero. Quando sono arrivato a casa ho avuto il secondo atto”.
La scuola accoglie ogni anno scolastico studenti che vivono, senza voler generalizzare, all’interno di famiglie in crisi per motivi relazionali, economici, di lavoro, cosa che ha riflesso sui figli e di conseguenza sul rapporto con la scuola. I modelli protezionistici o, al contrario, di disinteressamento verso i figli sta rendendo sempre più difficile il rapporto scuola-famiglia e queste due realtà anziché collaborare per la crescita umana e culturale dell’alunno-figlio, finiscono a volte per entrare in conflitto, riversando l’una sull’altra le responsabilità del fallimento scolastico. Papa Francesco esorta i genitori ad essere “davvero i protagonisti e i primi artefici dell’educazione” dei figli; ma tale compito non può essere debitamente svolto senza l’aiuto della società e in particolare della scuola.
Dunque, oggi insegnare appare una scommessa che chiama in causa la professionalità dei docenti e la loro capacità di relazione educativa; il loro ruolo è importantissimo e deve essere in grado, come fa rilevare il Santo Padre, di dare un senso alla scuola, allo studio e alla cultura. Sono ancora oggi attuali le parole di Papa Francesco pronunciate in una udienza UCIIM del 2015 quando ebbe a dire che occorre costruire una relazione educativa con ciascuno studente, facendoli sentire accolti e amati per quello che sono, con tutti i loro limiti e le loro potenzialità. “Per trasmettere contenuti è sufficiente un computer - aveva detto il Papa - Ma per capire come si ama, quali sono i valori e quali le abitudini che creano armonia nella società, ci vuole un buon insegnante”.
Insegnare oggi appare una scommessa che chiama in causa la professionalità dei docenti e la loro capacità di relazione educativa. Un ruolo importantissimo che deve essere in grado, come ha detto Papa Francesco, di dare un senso alla scuola, allo studio e alla cultura