top of page
Immagine del redattoreEster Guidobaldi

DONNE COME DIAMANTI NELLA ROMA DEGLI ANNI ‘70

L’ultimo film di Ferzan Ozpetek è un inno alla vita e alla bellezza dell’essere femminile. Il cast è il vero fiore all’occhiello: “Non siamo niente, ma siamo tutto” è il mantra che accompagna la pellicola di profilo e valore assoluto
Diamanti

Dopo Nuovo Olimpo, Ferzan Ozpetek torna nella Roma degli anni '70 con un nuovo progetto dedicato al dietro le quinte dell'atelier Tirelli. Con il film Diamanti, il regista rende omaggio alla figura femminile, celebrando in particolare le grandi donne del cinema italiano che hanno segnato un’epoca, come Monica Vitti, Mariangela Melato e Virna Lisi, a cui la pellicola è idealmente dedicata. In ‘Diamanti’ Ozpetek veste i panni di sé stesso in una trama che si sviluppa attorno a un grande pranzo conviviale. In questa occasione il regista riunisce alcune delle sue attrici preferite, per annunciare loro un progetto a cui tiene profondamente: un film che esplora l’animo femminile e la forza delle donne.


Lo spazio temporale si divide, dunque, su due piani distinti. Il presente e l’ambientazione del film che la troupe andrà ad attuare. Un’opera intima e delicata, cucita come un abito su misura per Luisa Ranieri e Jasmine Trinca, che interpretano le sorelle Canova: Alberta (Luisa Ranieri) e Gabriella (Jasmine Trinca). Le due protagoniste e proprietarie dell’atelier affrontano profondi drammi interiori, rivelando comprensione e solidarietà alle problematiche delle dipendenti. Donne che vivono vere e proprie tormente emotive, ma che insieme trovano la forza di risollevarsi e di trovare un pizzico di magia e fantasia, attraverso lo sfarzo della moda, dei lustrini, delle paillettes e, perchè no, anche mediante canzoni d’amore.


Il punto forte è il cast. Da Geppi Cucciari, ad Anna Ferzetti a Milena Mancini, con un’incredibile Mara Venier nei panni dell’ex ballerina e ormai cuoca dell’atelier Silvana, che dispensa consigli e riporta la serenità nel gruppo. Un personaggio materno tanto credibile quanto sorprendente. Peccato per una colonna sonora che, troppo spesso, risulta invadente e talvolta smielata, affievolendo l'impatto emotivo delle scene. E a rendere il boccone più amaro è la fragilità della sceneggiatura, che appare in alcuni momenti debole.


Come la rivelazione tardiva della morte della bambina di Gabrielle, che appare quasi come una soluzione narrativa di ripiego, o all’evoluzione del rapporto tra Sofia e Alida. Le nemiche dalle passioni opposte, cinema e teatro, che divengono improvvisamente amiche, risultando poco credibili ed estranianti


Il punto forte è il cast: Geppi Cucciari, Anna Ferzetti, Milena Mancini e un’incredibile Mara Venier. Un personaggio materno tanto credibile quanto sorprendente. Peccato per la colonna sonora invadente e talvolta smielata

bottom of page